Pedalerai nel campidano di Oristano, un territorio generoso irrigato dal fiume Tirso e dallo stagno di Cabras e da cui svettano i massicci montuosi di origine vulcanica Montiferru e Monte Arci. Elemento essenziale che dona vita e benessere, l’acqua scorre tra gli antichi canali delle terme di origine romana di Fordongianos e diventa una risorsa preziosa da preservare all’interno del pozzo di Santa Cristina. Da sempre, non solo i minerali arricchiscono e rendono digeribile l’acqua proveniente dalla sorgente del Parco di San Leonardo di Siete Fuentes, ma, seguendo un processo di lavorazione millenario, diventano anche ossidiana – vetro vulcanico raffinato e resistente conosciuto come oro nero che impreziosisce i gioielli e protegge la popolazione sarda dall’eta’ pre-neolitica. Invecchiato nelle umide cantine di Contini, il vino locale ti coccolerà dopo aver esplorato le pendenze e le coste di questa splendida area centro-occidentale della Sardegna.
Cosa farai:
Respira l’aria salubre del capoluogo di provincia della Sardegna centrooccidentale
Conosci l’antica storia e cultura della civilta’ nuragica facendo tappa al Pozzo di Santa Cristina
Rilassati nelle rinomate spiagge della Penisola del Sinis e tuffati dal famoso arco di S’Archittu
Allenati tra i sentieri del Montiferru e Monte Arci, le cime montuose di origine vulcanica del Campidano di Oristano e rinfrescati con l’acqua minerale di Siete Fuentes
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Tutti i tour sono sempre personalizzabili e adattabili alle esigenze del cliente
Il tuo tour comincia dalla splendida cittadina di Oristano. Potrai raggiungerla dall’aeroporto autonomamente oppure optare per un trasferimento privato su prenotazione con uno dei nostri partner. Se preferisci una scelta di trasporto più sostenibile, dall’aeroporto di Cagliari è disponibile un treno diretto per arrivare in città in tutta comodità nel giro di due ore.
Ex capitale dello Stato indipendente di Arborea e ancor prima centro nuragico frequentato dai Punici e Romani, Oristano è attualmente la città principale della Sardegna centro-occidentale. Ogni anno la città anima la tradizione del carnevale sardo con le celebrazioni de La Sartiglia, vestendo Su Componidori e altri protagonisti con solenni costumi e maschere in sella a cavalli altrettanto adornati, per benedire e augurare fortuna a chiunque partecipi alle corse della Stella e alle Pariglie. Passeggiando per le vie del centro storico, entrate ad ammirare la Cattedrale di Santa Maria Assunta di classico stile romanico o fermatevi in Piazza Eleonora ad osservare i dettagli della statua dedicata alla sovrana della Sardegna medievale. Dai malloreddus alle lorighittas di Morgongiori, e dal muggine al bue rosso del Montiferru, i piatti tipici della città sono molto saporiti anche grazie al rispetto verso la biodiversità e il ciclo stagionale del raccolto. L’equilibrio tra innovazione e tradizione viene studiato all’interno delle facoltà dell’Università Consorzio Uno di Oristano, e gli studenti così come i cittadini beneficiano dell’ottima qualità di vita (premio Qualità della vita Oristano 2021). A tavola, in spiaggia o nell’entroterra vicino ad Oristano il benessere e il relax non mancano mai, così come le avventure tra gli sterrati montuosi che mettono alla prova la resistenza dei più appassionati.
Per fare un piccolo allenamento in vista dell’inizio del tour puoi utilizzare la pista ciclabile che collega Oristano con la spiaggia di Torre Grande. Una volta arrivato, goditi il tramonto sul mare prima di rientrare in hotel. Se sei alla ricerca di un posto caratteristico e ruspante dove mangiare qualcosa sulla via del ritorno puoi contare sui panini del furgoncino della Contea, disponibili durante l’estate.
Fai rifornimento di energia con il buffet continentale dell’Hotel, tarato sulle esigenze degli sportivi con tanta frutta fresca. Pronto per cinque giorni di allenamento e relax tra i paesaggi e bontà del Campidano?
Ora sei pronto ad intraprendere un percorso ad anello con diverse tappe tra le terme romane e Fordongianos, Paulilatino e Pozzo di Santa Cristina.
Nei pressi del paese di Paulilatino si può ammirare uno tra i più suggestivi complessi architettonici e monumentali di età nuragica dell’isola, magicamente legato al culto dell’acqua. I nuragici erano grandi estimatori di questo bene prezioso ancor prima dei Fenici e dei Romani, e rimanevano affascinati dai giochi di luce prodotti dal monumento durante gli equinozi di primavera ed estate e dal lunistizio. Infatti, durante queste occasioni uniche il sole incontra l’acqua passando per l’ingresso triangolare, così come la luna illumina il foro centrale riflettendo il fondo del pozzo. I bronzetti e vari oggetti dal valore votivo, ritrovati al suo interno, testimoniano la religiosità del tempio a pozzo dalla caratteristica forma a serratura. Rimasto intatto per 3.000 anni, il Pozzo di Santa Cristina testimonia quanto l’acqua sia centrale per garantire benessere e prosperità in ogni aspetto della quotidianità – coltivazioni sane e fertili, buon cibo e comunità.
Sicuramente per i Romani fu impossibile rinunciare all’idea di possedere delle terme naturali in mezzo alla natura incontaminata e florida della Sardegna. In realtà, i sardi prenuragici beneficiavano di queste calde sorgenti dalla temperatura costante di 56 gradi per curarsi già dall’epoca preistorica. Fortemente desiderate dall’imperatore Traiano, le terme furono costruite su una delle rive del fiume Tirso come area dedicata all’ozio per le comunità romanizzate, e separata rispetto a quelle in cui avvenivano gli scambi commerciali. Quando si trattava dell’arte dello star bene, i Romani non badavano a spese e l’estensione dello stabilimento di Fordongianos non fu quindi un’eccezione, tra grandi vasche, piccoli spazi dedicati all’esposizione di statue, giardini e perfino abitazioni private per i visitatori.
Un piccolo riscaldamento e sei pronto per percorrere i sentieri del Monte Arci.
Mettiti alla prova tra i sentieri del più grande giacimento di ossidiana dell’isola, tanto abbondante da attrarre altre popolazioni che raggiungevano l’isola per farne una scorta durante il periodo del Neolitico. Percorrerai 120 chilometri attraversando l’umido stagno di San Giovanni e Cabras e scorgendo il promontorio basaltico di Capo Frasca. Avrai a disposizione aree di sosta e parchi per sgranchire le gambe e mangiare un boccone.
Grazie alle proprietà della terra e delle sue rocce vulcaniche, il parco di Monte Arci consiste di fitte foreste, alberi di corbezzolo e boschi di leccio. I suoi sentieri si tingono di nero perché composti da ossidiana. L’abbondanza di questo tagliente vetro naturale ha reso la riserva il più antico sito minerario della Sardegna. Le tre cime di origine vulcaniche del massiccio del Monte Arci, Trebina Longa, Trebina Lada e Corongiu de Sizoa, sono una meta ricercata nel settore del mountain biking in quanto offrono sia tracciati adatti al trail per principianti che percorsi di allenamento più intensivo per gli appassionati. Durante l’anno, la vasta area del Monte Arci ospita diverse gare a livello regionale come Is Trebinas a Morgongiori, La via dell’ossidiana a Pau, La 9 guadi a Villaurbana. Un po’ di sana competizione non nuoce a nessuno, e le cime del Monte Arci fanno proprio al caso di chiunque abbia come obiettivo il migliorarsi attraverso l’allenamento.
La destinazione d’eccellenza della Penisola del Sinis, denominata Eden dalla Commissione Europea, è un’area protetta per garantire il benessere di tutti. Qui la macchia mediterranea e la posidonia oceanica prosperano indisturbate, dal profumato rosmarino all’asparago selvatico. Le pernici di mare e i beccapesci ti seguiranno mentre pedali tra la costa e l’entroterra. La natura incontaminata prende vita tra le insenature e scogliere del promontorio di Capo San Marco, perché non fare una nuotata al largo delle meravigliose spiagge di quarzo di Is Arutas e Mari Ermi?
Prima Salvatore, poi Attilio, oggi Paolo e i nipoti Alessandro e Mauro: la cantina Contini è cresciuta e maturata come i vini e i successi che l’hanno resa grande, attraverso la passione e l’impegno di ben quattro generazioni. Da oltre 120 anni un unico filo conduttore, rappresentato dalla Vernaccia di Oristano, ha caratterizzato il lavoro dell’azienda Contini. Poi, negli anni, la Vernaccia è stata affiancata da altre importanti produzioni: lo storico vitigno Nieddera, i tradizionali Vermentino e Cannonau, le sperimentazioni ben riuscite come il Karmis, gli Attilio e il biologico Mamaioa.
Dopo aver assaggiato i vini di ieri, a metà di questo percorso ti attende un fresco pocket lunch di prodotti locali presso la spiaggia di S’Archittu, ma solo dopo aver fatto il giro tra la biodiversità del massiccio di Montiferru. Qui ogni anno prende il via il Montiferru Winter Trail – una gara di escursionismo anche a livello agonistico, precisamente sulla cima del Monte Urtigu.
Un milione di anni fa, il diminuire della tensione all’interno della Fossa Sarda fece sì che il grande vulcano di Montiferru si spense dopo che la sua lava si depositò e sedimentò nei terreni circostanti creando l’altopiano di Abbasanta, scogliere e penisole vicine. Seguendo le documentazioni sulle esplorazioni dei Cartaginesi, gli Spagnoli avviarono gli scavi per l’estrazione del ferro, e i Savoia decisero di studiare le ricchezze del sottosuolo di questa area. Il grande e grosso protagonista del panorama del Montiferru è senza alcun dubbio il Monte Urtigu. La sua vetta sfiorava i 1.600 metri, ma i processi di erosione hanno contribuito a livellarla fino ad un altezza di 1.050 spargendo le sue rocce e minerali nel territorio circostante. Proprio dalla sua cima Alberto La Marmora disse che si riuscivano a scorgere l’Isola dell’Asinara a nord e la Sella del Diavolo di Cagliari a sud. In alcune zone, la foresta del Montiferru si interrompe a causa delle continue attivita’ di pascolo, incendi e vari disboscamenti che minacciano gli alberi di leccio. Nonostante tutto, grazie alla presenza del massiccio di Montiferru e anche del Monte Arci, il campidano di Oristano fa nascere prodotti genuini e ricchi di proprietà nutritive, e presta le sue ampie vallate per qualsiasi tipo di esplorazione.
Rinfrescati assaporando l’acqua minerale di Siete Fuentes direttamente dalla fonte all’interno del Parco San Leonardo. Una tra le acque più amate prodotta e imbottigliata in Sardegna.
Non sono più sette le fontane di questa frazione circondata dal verde. Infatti, sotto la Dominazione Spagnola, la borgata venne soprannominata Siete Fuentes per via delle sette fontane che portavano l’acqua facendola scorrere direttamente dalla sorgente. La vegetazione ha piano piano mangiato gli edifici dell’antico villaggio medievale, di cui è sopravvissuta solo la chiesa di San Leonardo con la sua importante architettura e affascinanti facciate.
In estate, tanti amano prendere il sole in questa spiaggia e ne ammirano l’arco roccioso, che quasi sembra proteggere la sua particolarità e bellezza naturale. Alta 15 metri e nata più di dieci milioni di anni fa come grotta poi erosa dalle mareggiate e dal maestrale, la scogliera non è però solo una meta turistica suggestiva in qualsiasi periodo dell’anno. Il vento e il mare modellano le sue forme, mentre l’atmosfera che si respira muta in continuazione a seconda della fantasia dei suoi visitatori. Così nel 2018, il regista Paolo Zucca ha interpretato questo paesaggio quasi come extraterrestre per la sua commedia L’uomo che comprò la luna, e il poeta futurista Giovanni Corona ha dedicato a S’Archittu molti dei suoi versi. La fragile roccia calcarea di S’Archittu contrasta la durezza del basalto delle cime di Montiferru, e insieme al rumore del mare offre l’ambiente ideale per una pausa rilassante dopo l’allenamento. Anche tu avrai la possibilità di fermarti qui per tuffarti nelle acque cristalline della baia e riposarti all’ombra de s’archittu.
Concediti un ultimo snack prima del check-out. Dopo questo tour lascerai Oristano rigenerato e con tante foto ricordo nella galleria.
Se hai bisogno di raggiungere l’aeroporto, non preoccuparti! Avvisaci e i nostri partner ti porteranno a destinazione
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